Cezanjevci
– Ljutomer - Strocja Vas – Srednja Bistrica – Lendava –
Confine ungherese
km
35 270 d+ 5h 46'
Pioggia-Nuvoloso
L'ultima
giorno di cammino nella traversata slovena inizia come era terminato
il precedente: cielo grigio e acqua di moderata intensità.
La
nona tappa inizia dal sobborgo di Cezanjevci, sulle colline
della Prekjia nella provincia storica del Prekmurjie (Oltremura),
regione amministrativa del Pomurjie, al limite del parco
naturale-vinicolo di Jeruzalem. Rinomato è l'omonimo vivo bianco da
cultivar autoctoni.
La
strada collinare procede tra vigne e boschetti e con breve e ripida
discesa porta in 4 km nel centro di Ljutomer.
LJUTOMER |
Cittadina
elegante ed ordinata, concentrata da secoli sul commercio del vino e
dei prodotti agricoli. Tanti i negozietti “tipici” e le enoteche
turistiche.
La
pioggia forte mi costringe a una sosta forzata per il secondo caffè
in un simpatico bar nella piazza centrale.
I
segni del socialismo reale di Tito, a Ljutomer (ma per onestà anche
nel resto del paese), non vengono nascosti o cancellati ma lucidati e
valorizzati.
FESTA NOSTALGICA DEI TEMPI DI TITO |
Uscito
dal centro abitato la pianura agricola si stende a vista d'occhio. La
pioggia alterna momenti intensi a pause sempre più lunghe, facendomi
spogliare e rivestire più volte dal poncho tecnico.
Il
confine croato è a poche centinaia di metri alla mia destra. In
località Veščica
(km 10,5), devio fino al posto di blocco di “frontiera”,
dentro un bosco. La polizia mi squadra, chiedo di poter fare una foto
con la bandiera croata appena un metro ne confine ma la mia patente e
la tessera sanitaria non garantiscono a sufficienza la mia origine
intracomunitaria e probabilmente barba e zaino non ispirano fiducia
negli zelanti tutori dell'ordine.
BARRIERA TRA SLOVENIA E CROAZIA |
La
carta di identità, rimane all'asciutto in fondo allo zaino, a
garanzia della mia identità. In Croazia (che ricordiamoci, fa parte
della Comunità Europea) non si passa. (A Lipica, confine con
l'Italia, non sono presenti blocchi e controlli).
Riprendo
su un rettilineo in direzione nord che velocemente mi porta
sull'unico ponte della zona che attraversa la Mura (km 14),
terzo fiume simboleggiato nella bandiera slovena e famoso tra gli
amanti del kajak ed del rafting per le sue rapide. Ora scorre marrone
e gonfio dalla pioggia, circondato da pioppeti nebbiosi e piccoli
canali paludosi.
FIUME MURA |
LE PALUDI PRESSO LA MURA |
Curva
a gomito destra a Gornjia Bistrica (15,5 km), poi dritto verso
est in direzione Lendava.
La
strada principale procede dritta tra i sobborghi agricoli della
pianura mentre in lontananza si cominciano a scorgere i colli che
sovrastano l'ultima città prima del confine sui quali spicca la
sagoma del Vinarium, museo del vino dalle forme futuristiche in vetro
e acciaio.
La
zona appare meno curata del resto del paese, leggermente più
arretrata ma non meno ordinata. Intanto sui cartelli appaiono le
prime scritte magiare, lunghissime, con i caratteri sormontati da
variegati accenti.
Lendava,
elegante cittadina termale appare dopo un alto cavalcavia che supera
l'autostrada A5.
IL VINARIUM |
Al
suo interno i tornanti si arrampicano sul colle verso il Vinarium ma
una mulattiera che attraversa i vigneti, ripidissima, mi risparmia
alcuni chilometri di asfalto fino ai 330 metri dell'altopiano del
Dolgovaške Gorice.
LA VECCHIA FRONTIERA CON LA BANDIERA JUGOSLAVA |
A
poche centinaia di metri dal museo, il vecchio posto blocco di frontiera abbandonato, tra Jugoslavia ed Ungheria chiude il mio viaggio.
La fine della traversata: 378 km e 5600 metri di dislivello positivo in 9 giorni. |
IL PRIMO BOSCO IN TERRA UNGHERESE |
Passo
il confine senza impedimenti, scatto le ultime foto e ritorno
indietro fino al ristorante enoteca e azienda vinicola Vina Hisa
Cuk (km 35) dove brindo con mio cugino che è venuto a prendermi.
IL RITORNO IN ITALIA
Il
viaggio di ritorno fino a Ptuj lo effettuo in auto. Lendava è
comunque ben servita dagli autobus.
Dopo
alcuni giorni di riposo, prendo il treno dalla stazione di Pragersko (ma volendo anche da Ptuj) che in due ore mi riporta a Lubiana, dalla cui stazione, un ottimo
servizio di autobus (11 €), sorvegliato dalla polizia conduce alla
stazione di Trieste.
Dormo
quindi una notte a Trieste e la mattina successiva molto presto, con
il Frecciarossa raggiungo in poche ore Firenze Santa Maria Novella e
quindi col Regionale, Viareggio.